Storytelling: raccontare "la verità della vita"
L'arte di raccontare una storia (aziendale), svelata da Kindra Hall, che ci regala consigli,
esperienze personali, suggerimenti pratici. Oltre l'equivoco del "tutto è narrazione".
Bisogna imparare a coinvolgere, emozionare, dare un senso alle cose.

Immaginate un uomo, un marito in particolare, uno di quelli che odiano entrare nei negozi e non comprano mai niente, se non sono obbligati (tipo un paio di mutande così logore da non essere più utilizzabili).
Michael, questo il suo nome, un giorno si ritrova a Lubiana, in Slovenia, insieme a sua moglie Kindra, che lo trascina in una boutique. E lì accade il miracolo: un venditore di profumi – a Michael non serviva un profumo, non ne ha mai comprato uno in vita sua - attira la sua attenzione, raccontandogli una storia. Una bella storia.
La storia di un profumo nato in Francia, grazie a uno studente americano, in vacanza in Costa Azzurra, un certo JFK, che si era innamorato di una fragranza scoperta per caso. Un profumo spedito negli Usa di nascosto, per sfuggire al controllo dei nazisti, inserito tra le pagine ritagliate di un libro. Le boccette di colonia Eight & Bob vengono ancora vendute con quel packaging.
“Lo compro!”, furono le parole di Michael, che scioccarono la moglie. Un evento più unico che raro.
Si dà il caso che la moglie in questione sia Kindra Hall, storyteller americana pluri-premiata, editor, portavoce di vari brand. E che questo racconto stia all'inizio del suo L'arte dello storytelling, un libro del 2022 diventato un bestseller, uscito in Italia per Alise Editore.
Non è scontato che un libro sull'arte del raccontare sia raccontato (e scritto) così bene. Un manuale pieno di ricordi personali, un prontuario efficace per aspiranti storyteller, ma anche una collezione di storie, aziendali e non.
Perché tutti, oggi, sanno che anche nel business bisogna saper raccontare una storia. Ma pochi sanno come farlo, quando e perché. Lo storytelling, per essere efficace, richiede creatività, studio e soprattutto emozioni. L'attenzione del consumatore, oggi, non può più essere “rubata”, forzata (ne parliamo anche qui), ma deve arrivare liberamente, attratta da qualcosa che risulti coinvolgente. Le storie non devono convincere, ma far entrare chi le ascolta nel loro mondo. Le storie trasformano e danno un senso alle cose.
Dal punto di vista dello storytelling aziendale, è nato un equivoco, per cui tutto ormai sembra diventato narrazione. Dimenticandosi, ad esempio, che una storia ha bisogno di “personaggi identificabili”, di “emozioni autentiche”, di “momenti significativi”, di “dettagli specifici”.
Kindra Hall lo spiega con chiarezza. Così come spiega, con abbondanza di esempi, come nascono e come funzionano le “quattro storie fondamentali”, quelle che ogni azienda dovrebbe raccontare.
La prima è la storia del valore, per colmare il gap che separa il servizio offerto e le persone che ne hanno bisogno, convincendole di avere la soluzione più adatta a risolvere il loro problema/desiderio. Il Nobel per l'economia Daniel Kahneman ha descritto con grande semplicità quelli che lui definisce i due sistemi del cervello: uno fondato su risposte automatiche, l'altro su operazioni cognitive impegnative. Per un brand è fondamentale circoscrivere il proprio cliente nello spazio del “sistema 1”, evitando liste, confronti, elenchi di caratteristiche e benefici, e scommettendo invece sulle virtù delle storie, capaci di coinvolgere chi le ascolta.
La storia del fondatore, invece, si focalizza su un tema in particolare: da dove è partito tutto? Quel momento, quell'aneddoto rivelatore, quel dettaglio che implica desideri e sentimenti universali. L'illuminazione che può capitare a tutti, nella vita, la sfida superata, con la sua verità. Utile soprattutto per chi deve convincere degli investitori. Ma anche per emergere rispetto ai concorrenti, a parità di servizio, grazie a una narrazione capace di suscitare simpatia e ammirazione.
La storia dello scopo è particolarmente efficace per motivare il proprio team. Avere uno “scopo spirituale”, morale, sociale, esistenziale, motiva molto di più, alla lunga, rispetto a un obiettivo unicamente commerciale. Abbiamo bisogno di un perché, nella vita. In questo caso tutto dipende dalla chiarezza del messaggio.
Poi c'è la storia del cliente, perché è sempre efficace una buona recensione, una raccomandazione che suoni autentica. Bisogna chiedere un feedback ai propri clienti, magari un messaggio personalizzato, genuino. Questo fa aumentare la credibilità dell'azienda.
Tutti abbiamo una storia da raccontare. Ma bisogna imparare anche a scegliere quella giusta. Focalizzandosi sul nostro pubblico di riferimento.
Kindra Hall offre anche qualche suggerimento per provare a scrivere: da dove cominciare, come procedere, da cosa farsi ispirare. Inutile usare trucchi, ciò che funziona è “la verità della vita”.
«Non c'è nulla di extraterrestre in ciò che è successo a Michael in quel negozio in Slovenia. La sua reazione nei confronti del commesso è stata la cosa più umana che potesse capitare. Perché più forte del desiderio di un uomo di non mettere mano al portafoglio... c'è l'incredibile potenza di una storia».

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